Armin
Meiwes, meglio conosciuto come: “il
cannibale di Rotenburg”
Ed è proprio a Rotenburg che Armin vive con la famiglia; la madre, fredda e possessiva, è coinvolta in tre matrimoni ugualmente fallimentari, tant’è l’ultimo marito l’abbandona pressappoco di punto in bianco, ed in seguito anche il fratello maggiore si muove similmente lasciando casa per studiare altrove (tanto quanto per sfuggirvi semplicemente). A fronte dei molteplici fallimenti matrimoniali, conclusi come detto con l’abbandono del compagno prima e del figlio poi, la sua morbosa attenzione affettiva si focalizza completamente sull’adolescente Arwin già cresciuto in un ambiente privo di figure paterne “stabili” e perennemente sottoposto alla rigida quanto ossessiva morale materna, a parere di molti tra l’altro intrisa di un sentimento pseudo religioso rasente il fanatismo.
Ed è proprio a Rotenburg che Armin vive con la famiglia; la madre, fredda e possessiva, è coinvolta in tre matrimoni ugualmente fallimentari, tant’è l’ultimo marito l’abbandona pressappoco di punto in bianco, ed in seguito anche il fratello maggiore si muove similmente lasciando casa per studiare altrove (tanto quanto per sfuggirvi semplicemente). A fronte dei molteplici fallimenti matrimoniali, conclusi come detto con l’abbandono del compagno prima e del figlio poi, la sua morbosa attenzione affettiva si focalizza completamente sull’adolescente Arwin già cresciuto in un ambiente privo di figure paterne “stabili” e perennemente sottoposto alla rigida quanto ossessiva morale materna, a parere di molti tra l’altro intrisa di un sentimento pseudo religioso rasente il fanatismo.
L’amore
materno più ossessivo che affettuoso arriva al punto tale che la
madre interferisce con la vita sentimentale e sessuale del figlio,
tanto da accompagnarlo personalmente quando non riesce ad impedire
che esca con una donna. Dopo che a seguito del primo, anche gli altri
due fratelli vanno via di casa, Armin, mantiene (in parte vincolato,
in parte forse senziente) il rapporto morboso con la madre, che lo
segue persino durante il servizio militare e compiuti 20 anni incolla
sulla porta della sua stanza l’adesivo con la scritta kinderzimmer:
“Stanza del Bambino”. La madre muore di cancro, quando Armin ha
ormai 36 anni e da quel giorno Meiwes lascia la sua camera pulita ed
intatta come fosse una sorta di santuario.
Da
questo punto in poi, inizia un nuovo capitolo della vita di Armin,
apparentemente un normale tecnico di computer abbastanza introverso e
schivo, ma in realtà una persona profondamente segnata dalla sua
vicenda e mentalmente turbata, alla ricerca di un identità e di una
sessualità ormai deformate.
Così
inizia a frequentare diversi siti e forum per persone dedite ai più
discutibili feticci (coprofagia e Vorarephilia inclusi) con il
nick di “Franky” in riferimento a Frank, il nome di quello che
stando poi alle perizie psichiatriche e alle sue dichiarazioni in
queste, era il suo amico immaginario in gioventù.
Con
il suddetto pseudonimo ad un anno dalla morte della madre Armin
“posta” con disinvoltura e franchezza tale annuncio:
"Maschio
omosessuale cerca un figo tra i 18 e i 30 da macellare"
Con
il suddetto pseudonimo ad un anno dalla morte della madre Armin
“posta” con disinvoltura e franchezza tale annuncio:
Assurdo
penserete? Assolutamente, tant’è che riceve centinaia di risposte,
e possibilità di ben
200
candidati fra i quali scegliere, in gran parte esaustivi
dei suoi requisiti (ripeto: trai 18 e i 30). Infine sebbene non
risponda al suo target pre imposto si “innamora” di tale vivida e
sincera risposta:
"M’offro
a te, non come carne da macello ma come cena"
A
scrivere è un 42enne di nome Bernd Jurgen Brandes (sebbene
inizialmente nella corrispondenza con il suo carnefice si finga più
giovane pur di non essere scartato), ingegnere elettronico benestante
e bisessuale, che uscente da una storia matrimoniale di 7 anni, al
momento dell’incontro con Meiwes (nel marzo 2001) coinvolto in una
relazione stabile con un uomo.
La
motivazione di tanta sua dedizione?:
Chiunque
abbia davvero intenzione di farlo avrà bisogno di una vera vittima!
E
che ci crediate o meno, Brandes desidera fortemente essere mangiato,
tant’è che dopo una lunga corrispondenza fra vittima e carnefice,
e un reciproco scambiarsi delle proprie fantasie nel quale Armin si
assicura la devozione del suo capro, arriva a mandargli una foto dei
suoi denti.
Ecco la foto del candidato, Bernd Jurgen Brandes
Così
Il 9 marzo, Brandes saluta il compagno, inventa bugie per tutti
coloro che lo conoscono, prende un giorno di permesso, cancella
l’hard disk del suo pc e, dopo aver comunicato ad Armin che non
riesce più ad aspettare, sale in treno per raggiungerlo.
Nessuno
tra amici e familiari nota segni di depressione o tendenze suicide in
Brandes. I suoi precedenti compagni negano anche di aver riscontrato
in lui tendenze parafiliche o sadomasochistiche.
Una
sola persona, che sostiene di aver avuto un rapporto omosessuale con
lui, testimonierà più avanti al processo riguardo una storia di due
anni, conclusasi un anno prima della morte di Brandes, causa la sua
ossessione riguardo al desiderio d’esser morso o mutilato ai
genitali (Vi risparmio i successivi dettagli della deposizione ma vi
prego ad ogni modo di tenere a mente questo dettaglio).
Nel
frattempo il suo aguzzino, tutto sommato ugualmente fremente di
gioia, riassetta la sua soffitta, da tempo predisposta a macello,
dovete infatti sapere che quello di Brandes non è il suo esordio in
materia, precedentemente un altro ragazzo ugualmente ansioso bussò
al suo campanello, ma sebbene drogato, qualora appeso come carne da
macello, nel mentre che Armin gli segnava indosso a pennarello dove
avrebbe dovuto recidere la paura ebbe la meglio, e Meiwes forse più
deluso della poca dedizione che generoso lo lasciò andare senza
troppi indugi.
Giunto
a casa di Armin, Bernd si spoglia ansioso dinnanzi a questi fremente,
e dopo diverse pratiche sessuali, calata sera nella notte fra il 9 e
il 10 marzo 2001 inizia l’orrore.
I
due si trovavano in soffitta e Bernd è nudo e fremente davanti il
suo aguzzino, a questo punto sebbene il macellaio brandisca un grosso
coltello metto a dura prova il vostro scetticismo dicendovi che non è
Armin a chiedere quello che poi saccede, anzi forse parzialmente
scettico indugia in un primo momento ma la richiesta della sua
vittima è chiara:
Taglia
quella cosa!
Riferendosi
al suo stesso pene.
Armin
esegue non senza gioia, e prepara la padella con olio e aglio per
poterlo cucinare, appena cotto, ambedue prendono parte al banchetto,
stando alle dichiarazioni di Armin, non è lui il più famelico.
Il
mutilato Brands, come intuirete, perde copiosamente sangue, Armin
quindi lo “fa riposare” in una vasca d’acqua calda, quasi in
atto di ammorbidirne la carne. Al termine di tale “bollitura” lo
accompagna (ribadisco, non porta) al letto, è ormai la mattina del
10, sono passate ore eppure Bernds oramai esanime è ancora vivo,
Armin gli si avvicina gli sussurra delle scuse per quanto sta per
fare e infine gli recide la gola, sebbene si curi di effettuare un
taglio non sufficientemente profondo da ucciderlo, la morte infatti
sopraggiunge per dissanguamento.
Come
si sanno tutte queste cose? Come Jeffrey Dahmer anche Armin Meiwes
filma le intere 10 ore di “passione”
Il
cannibale di Rotenburg passa il neo iniziato giorno a macellare
professionalmente la sua vittima e a congelarla, e inizia a mangiarne
i pezzi nei mesi successivi, asserirà al processo:
“Ogni
volta che mangiavo un pezzo di carne mi ricordavo di lui…è stato
come fare
la
comunione”
“..lo
squartamento del corpo mi ha divertito, il momento
dell’uccisione
è stato terribile…”
Come
per gli molti altri casi di questa rubrica trovare il maniaco non è
stato facile, o meglio, venire a consocenza del tutto, il che mi
mette i brividi portandomi a pensare a quante altre storie del genere
possano esistere. Ciò che accadde quella notte fù infatti svelato
da una successiva indagine avviata su denuncia di un giovane, lettore
casuale di Arwin che nei mesi successivi aveva messo altri annunci
galvanizzato dalle continua risposte.
Il
processo di Armin nella storia tedesca è quasi più giuridicamente
controverso di quanto lo sarà la sua vicenda per la cronaca, il
fatto è che Armin non ha commesso alcun omicidio.
Oltre
infatti agli scambi verbali che vi ho riportato ed altri ancora messi
a verbale negli atti (estratti dal suddetto video) sta di fatto che
Armin non necessiterà certo di Perry Mason per tutelarsi (ed in
realtà non sembrerà averne nemmeno troppa voglia), infatti
qualsiasi avvocato presentando la cronologia di Armin e le sue mail
private potrà dimostrare quanto tale soppressione di una vita fosse
volontà della “vittima”, pertanto sebbene la giuria riuscirà
con il suo impegno ad attribuirgli tutte le aggravanti per
l’efferatezza e la perversione della vicenda Armin non potrà che
essere processato per “Concorso in suicidio”.
Durante
il processo Armin si rivelerà prodigo di dettagli e deposizioni e
sconvolgerò la giuria e tutta la Germania interessata
all’incredibile vicenda con la sua tranquillità e sincerità
nell’asserire cose allarmanti, egli infatti farà notare quanti
siti analoghi a quelli da lui frequentati esistano e soprattutto
ripercorrendo la cernita che ha fatto, quanti palpabili candidati a
farsi macellare ha reperito con il minimo sforzo.
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