sabato 6 giugno 2015

I maniaci di Dnepropetrovsk


Igor Suprunyuck, Viktor Sayenko e Alexander Hanzha sono i tre diciannovenni noti in Ucraina come i maniaci di Dnepropetrovsk responsabili di almeno 21 massacri perpetrati nell'arco di tempo di un mese.
I tre hanno iniziato torturando ed uccidenti piccoli animali come cani e gatti, poi hanno deciso che non era più sufficiente e sono passati alle persone (nella foto in alto i due si mettono in mostra di fronte ad un animale da loro massacrato ed impiccato ad un albero).
Delle vere e proprie bestie che si divertivano a filmare i massacri, per i quali utilizzavano martelli e sbarre di ferro, e non soddisfati finivano il tutto recandosi ai funerali delle loro vittime, dove si scattavano foto mentre fingevano di disperarsi per la loro scomparsa.
Omicidi
I primi due omicidi avvennero il 25 giugno 2007. La prima vittima fu una trentatreenne di nome Ekaterina Ilchenko, che stava tornando a casa dopo avere bevuto un tè da un suo amico. Igor e Viktor erano fuori a fare una passeggiata: quando la vide, Igor la uccise con una martellata sul cranio. Il suo corpo fu trovato dalla madre alle 5 del mattino.
Un'ora dopo uccisero Roman Tatarevich, che stava dormendo su una panchina vicina alla prima scena del delitto. Il cadavere era irriconoscibile in quanto la testa gli era stata sfracellata con un oggetto contundente molte volte. Il 1° luglio Evgeniya Grischenko e Nikolai Serchuk vennero trovati assassinati nella vicina città diNovomoskovsk. La notte del 6 luglio fu ucciso con un oggetto contundente Egor Nechvoloda, un soldato che si era appena congedato dall'esercito; stava tornando da un night club. La madre, allertata dagli abitanti di un codominio della Bohdan Khmelnytsky Street, trovò il corpo il mattino seguente.
Il 7 luglio furono aggrediti due quattordicenni di un villaggio vicino,Podgorodnoye, mentre andavano a pescare. Andrei Sidyuck morì, mentre Vadim Lyakhov riuscì a fuggire ma fu arrestato dalla polizia in quanto sospettato dell'omicidio di Andrei.
Seguirono altri 15 omicidi: la coppia arrivava a uccidere più vittime in un giorno. Dal 14 al 16 luglio vennero trovati due cadaveri al giorno, per un totale di 6. Le vittime erano selezionate senza nessun criterio specifico: tra di esse si contavano donne, bambini, anziani, vagabondi o persone sotto l'effetto dell'alcool. Per i delitti usavano martelli o sbarre di acciaio; in almeno un caso usarono anche un coltello. I colpi erano diretti alla testa e viso. I malcapitati venivano spesso torturati e mutilati; ad alcuni vennero cavati gli occhi mentre erano vivi. Una vittima era incinta: il feto le venne estirpato dal ventre. Venivano in qualche caso caricati sulla Daewoo di Igor e derubati dei loro cellulari e oggetti di valore. Venivano venduti a dei negozi di seconda mano della zona. Gli omicidi si svolsero a Dnepropetrovsk e a Dnipropetrovsk Oblast in un mese circa.

Indagini

Dopo il delitto del quattordicenne del 7 luglio gli omicidi precedenti vennero messi in connessione. Vadim, che era stato arrestato in quanto sospettato, fu picchiato e fatto confessare dalla polizia. Diventò subito chiaro che non aveva commesso lui il delitto. Quindi collaborò con gli agenti per creare un identikit degli assassini
Fu quindi creata una task-force da Kiev, guidata dall'investigatore Vasily Paskalov. Cominciò pure la caccia all'uomo delle forze locali. Oltre 2000 investigatori lavorarono sul caso. Inizialmente le indagini rimasero segrete e non venne rilasciata alcuna informazione sui delitti. Gli abitanti del luogo non vennero messi in guardia: non vi fu né una diffusione pubblica delle gesta dei serial killer, né una diffusione pubblica dell'identikit dei killer.
Arresto
Gli agenti identificarono della refurtiva nel negozio di pegni del distretto di Leninskiy; la descrizione dei venditori combaciava con gli identikit dei sospetti. I tre vennero arrestati il 23 luglio 2007. In quel momento Igor stava provando a vendere un cellulare in un altro negozio locale in cambio di 150 hryvnia, che rrispondono a circa 20$. Quando fu messo in funzione per prova, gli agenti tracciarono la locazione per vedere dove si trovasse il proprietario. Individuato, fu arrestato insieme a Viktor. Hanzha fu arrestato a casa sua nel momento in cui stava buttando i cellulari rubati nel water.
Gli vennero attribuiti 29 capi di imputazione, tra cui 21 omicidi e 8 aggressioni. A Igor vennero attribuiti 21 delitti, 8 rapine a mano armata e un capo di violenza verso animali (zoosadismo). A Viktor vennero attribuiti 18 omicidi, 5 rapine e un capo di violenza verso animali. Ad Hanzha vennero attribuite 2 rapine. I tre confessarono velocemente, ma Igor più tardi ritrattò la confessione.

Processo


Il processo si aprì nel giugno 2008. Igor si dichiarò innocente, mentre gli altri due sospetti si dichiararono colpevoli. Viktor Chevguz, l'avvocato della difesa di Igor, abbandonò il caso dopo che non ottenne l'insanità mentale per il suo cliente. Tra le prove contro gli imputati si contavano macchie di sangue sui vestiti e delle registrazioni degli omicidi. La difesa negò che le persone nei video erano i suoi clienti 
Per Viktor e Igor vennero proposti il carcere a vita; per Hanzha 15 anni di lavori forzati (si ricorda che l'Ucraina non ha più la pena di morte dal febbraio 2000.
I tre ragazzi avevano altrettanti avvocati nominati dalla corte, ma Viktor volle cambiare il proprio legale con suo padre Igor Sajenko, che si era laureato in Legge due mesi prima. La difesa di Hanzha consistette nel fatto che non aveva commesso delitti. Confessò una rapina ai danni di due uomini, sperando di allievare la sentenza. Nelle altre difese gli avvocati chiamarono i detective che si occuparono del caso, incluso il capo della squadra che arrestò i killer. Li accusarono di avere svolto ricerche illegali e insistettero sul fatto che le persone apparse nei vari video non erano Igor e Viktor.
 Prove della loro colpevolezza venivano dal materiale multimediale riguardante gli omicidi contenuto nei cellulari e computer. In un video si vede l'omicidio del disabile Yatzenko: venne ucciso a martellate e gli fu piantato un cacciavite nell'occhio e nell'addome mentre era ancora vivo. L'attacco durò più di 4 minuti, nei quali la vittima continuò a svenire e rinvenire.
I due possedevano pure delle foto dei funerali delle vittime in cui sorridevano mentre toccavano le bare, altre foto mostravano gli atti di zoosadismo.
Tra un delitto e l'altro, Igor collezionava dei ritagli di giornale che parlavano del caso. Queste prove (300 foto e 2 video) vennero mostrate alla corte il 29 ottobre 2008 per la prima volta. I video, che crearono shock per la loro crudezza, mostrarono chiaramente che i killer erano Igor e Viktor. La difesa disse che le prove erano state ottenute illegalmente e che erano state falsificate. Quando venne chiesto agli imputati se riconoscevano le persone nel video, loro negarono. Allora il giudice Ivan Senchenko rispose loro: “Voi non siete ciechi”. Inoltre un esperto di modifiche di pellicole, Valery Voronyuck, testimoniò che i video non erano stati alterati, di conseguenza gli atti della difesa non furono accolti.

Esito

L'11 febbraio 2009 la corte di Dnepropetrovsk trovò colpevoli Igor di 21 omicidi premeditati e Viktor di 18, condannandoli entrambi al carcere a vita. Inoltre, fu loro comminata un'ulteriore condanna a 15 anni di reclusione, tenendo conto anche delle rapine e atti di zoosadismo. Alexander Hanzha ebbe 9 anni di carcere per due rapine. Il giudice pensò che il movente dei loro crimini fosse una “morbosa affermazione di sé”. La corte in generale notò la loro povertà emozionale nelle parole e il loro disinteresse verso le persone e gli standard morali.
Altre ipotesi del movente furono quelle secondo cui i delitti venivano commessi per essere filmati e venduti all'estero: i killer si sarebbero potuti arricchire, mentre il detective Bogdan Vlasenko pensò che i filmati fossero stati girati per essere un ricordo del delitto.
Gli avvocati della difesa annunciarono la loro intenzione di appellarsi alla sentenza in quanto secondo loro l'autenticità del materiale multimediale non era stata stabilita al di là del dubbio.
Vladimir Suprunjuk affermò che il figlio Igor era stato torturato per ottenere una confessione e citò inoltre irregolarità durante le indagini e che la causa verso il figlio era falsa .
Il 18 agosto 2009 la Corte Suprema dell'Ucraina rinviò il caso alla Corte di Appello Regionale di Dnepropetrovs e l'appello fu programmato per il 5 ottobre
Il 24 novembre 2009 la Corte, come da previsto, confermò le condanne a vita di Igor e Viktor; Hanzha non si appellò contro la sua pena di 9 anni.

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